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Non si può rifiutare la mediazione perché ci si sente dalla parte della ragione

Autore Carlotta Calabresi

26 05m 21

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Ordinanza Tribunale di Roma, sezione XIII, 11 gennaio 2021, estensore Massimo Moriconi

In questa ordinanza il magistrato romano Massimo Moriconi afferma che: “Il giudice non condivide tale pregiudiziale opposizione ad intavolare qualsivoglia trattativa. Come espresso in innumerevoli provvedimenti anche editi on line, rifuggire dal percorso di mediazione sulla base della preventiva convinzione di essere dalla parte della ragione, costituisce una evidente e insanabile aporia, alla stregua della quale l’istituto della mediazione (come pure qualsiasi altro percorso diretto a perseguire un accordo) , sarebbe un inutile orpello .” Egli afferma inoltre che: “Peraltro, è incomprensibile come si possa assumere un atteggiamento così tetragono per chi conosca il sistema normativo e quello giudiziario del Paese ove la certezza degli esiti del giudizio, qualsiasi cosa ciò voglia significare, non esiste né è mai esistita.” Moriconi dà atto che nella precedente mediazione conclusasi negativamente era comparso unicamente il legale della società. Il magistrato dunque esorta l’organismo adito a verificare i poteri di rappresentanza.
  • Avv. Carlotta Calabresi

    Roma

    Dopo diversi anni di esperienza in studi legali italiani ed internazionali e di ricerca universitaria che coltivo tuttora (Luiss Guido Carli, Università Politecnica delle Marche, Università di Urbino), nel 2010 mi sono avvicinata a questa nuova professione introdotta in Italia grazie alla direttiva UE 52/2008 e ho trovato una strada consona alla mia natura pacifica, sempre alla ricerca della soluzione equilibrata e di buon senso. In questi 14 anni ho visto cambiare la mentalità di avvocati e magistrati. Ora c`è maggior fiducia nell`istituto e, a seguito della pandemia e l’istituzionalizzazione della mediazione online, un riscontro molto positivo. La mediazione è uno strumento di giustizia sostenibile: la lentezza cronica della giustizia italiana impone un nuovo paradigma. La risoluzione alternativa delle controversie porta alla composizione rapida ed economica dei conflitti favorendo la pacificazione sociale, lo sviluppo dell’economia e la fiducia degli investitori esteri in Italia. La giustizia riparativa/collaborativa si inserisce nel processo globale che mira allo sviluppo sostenibile, in quanto contribuisce all`Obiettivo di Sviluppo Sostenibile n. 16 dell’ONU: promuovere società giuste, pacifiche e inclusive. Mi piace l`idea di far parte del "sistema giustizia" e di contribuire allo sviluppo del nostro Paese. Sono in 101 Mediatori dal 2019 e mi sono occupata di 473 pratiche (aggiornamento settembre 2024) in cui ho raggiunto un tasso di adesione della parte chiamata pari al 59%, di mediazioni avviate pari al 54% e di accordi raggiunti pari al 71%.

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