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Nella mediazione obbligatoria, la condizione di procedibilità può ritenersi realizzata anche con la dichiarazione di indisponibilità a proseguire oltre il primo incontro di mediazione.

Autore Fabrizia Resta

13 03m 22

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Tribunale di Treviso, Giudice Estensore Dott.ssa Elena Merlo - sentenza n. 15 del 05.01.2022.

Il caso in esame riguarda una vertenza relativa ad una servitù di passaggio.
Parte convenuta, nelle proprie richieste, eccepisce anche il mancato corretto esperimento del tentativo obbligatorio di mediazione e chiede che venga dichiarata l'improcedibilità dell'azione avversaria.
In merito, il Tribunale ha rilevato quanto segue:
  • la legge non stabilisce l’obbligo per le parti di iniziare a discutere in sede di mediazione, ma ritiene sufficiente che dichiarino di non volere proseguire nella procedura, in modo che il mediatore prenda atto di tale volontà e rediga verbale negativo;
  • in tal senso si è espressa anche la Suprema Corte, la quale ha rilevato che la condizione di procedibilità può ritenersi realizzata al termine del primo incontro davanti al mediatore, allorquando, dopo essere state debitamente informate e a seguito di espressa richiesta da parte del mediatore, una o entrambe le parti comunichino di non essere disponibili a procedere oltre (Cass. Civ., Sez. 3, Sentenza n. 8473 del 27/03/2019; Cass. Civ., sentenza n. 18068 del 5.07.2019);
  • nel caso di specie, parte attrice si è presentata in mediazione, esprimendo il proprio diniego alla prosecuzione della procedura;
  • a nulla rileva la mancata menzione del mappale n. ---- del convenuto nella relazione allegata alla domanda di mediazione, poiché la mediazione è stata esperita al fine dell'accertamento dell'inesistenza della servitù a carico dell'unico mappale attoreo; pertanto, l’oggetto del contende tra il procedimento di mediazione obbligatoria e l'odierno giudizio è il medesimo e non è certo mutato;
  • la condizione di procedibilità è stata soddisfatta. *
  • Avv. Fabrizia Resta

    Lecce

    Ho deciso di diventare mediatore nel 2011. In tutta la mia storia professionale non ho mai smesso di credere quanto sia importante spingere le persone a muoversi su un piano superiore a quello grettamente personale, consentendo loro di riappropriarsi della propria responsabile capacità decisionale. Ho studiato e studio diritto dai tempi dell`università, sono avvocato dal 1993. Ho seguito il contenzioso nei primi anni di formazione e questo periodo mi è servito a capire che non sono fatta per litigare, ma per rielaborare il dialogo e la comunicazione al fine di raggiungere un accordo. Ho iniziato il tirocinio nello studio notarile nel 1989 e dal 1993 ho svolto e svolgo la mia attività in quest`ambito. La casistica umana mi arricchisce e l`esperienza maturata mi è stata d`ausilio tutte le volte in cui la vita ha deciso di essere severa con me. Un cliente dovrebbe scegliermi non per il mio sapere, ma per l`entusiasmo e l`onestà morale che dedico alla mia missione lavorativa.

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