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Anche la domanda riconvenzionale è soggetta a tentativo di mediazione obbligatorio in applicazione analogica della disciplina sulle controversie agrarie. Esclusa la ripetizione delle spese sostenute dalla parte che ha rifiutato la proposta

Autore Gabriele Mastropietro

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Corte di Appello di Palermo, 14.07.2023, sentenza n. 1334, relatore Luigi Petrucci

In una controversia avente ad oggetto la rovina di edificio (danni cagionati all’attico della condomina appellante dalle infiltrazioni di acqua provenienti dal lastrico solare di proprietà del Condominio), il Tribunale di Palermo aveva accolto parzialmente la domanda della condomina e condannato il Condominio al risarcimento del danno patito dalla stessa, quantificato in euro 16.796,05, oltre interessi dalla data della domanda e rivalutazione monetaria. Avverso tale sentenza proponeva appello la condomina negando, fra l’altro, l’esistenza di un concorso nella causazione dell'evento lesivo. Il Condominio chiedeva il rigetto dell’appello per diversi motivi fra i quali la contraddittorietà del motivo nella parte in cui la condomina aveva insistito per l'improcedibilità della domanda riconvenzionale del Condominio per omesso espletamento preventivo della mediazione (comunque tardiva in quanto formulata con la prima memoria di cui all 'art. 183 c.p.c. e non a verbale della prima udienza di comparizione), pur chiedendo che si provvedesse sulla sua domanda riconvenzionale.

L'appello principale è parzialmente fondato, mentre l'appello incidentale è infondato.

Secondo la Corte d’Appello, la domanda riconvenzionale avanzata dal Condominio in primo grado era improcedibile, come pure quella della condomina (peraltro tardivamente formulata), per omesso previo espletamento della mediazione obbligatoria.

Il collegio si basa sul precedente della Cassazione, che nell'interpretare una norma analoga all'art. 5, comm a 1 bis, d.lgs. n. 28/2010, ossia l'art. 46 l. n. 3/1982, ora art. 11 d.lgs. n. 150/2011, in tema di controverse agrarie, ha chiarito che l'onere del preventivo esperimento del tentativo di conciliazione sussiste anche nei confronti del convenuto che proponga una riconvenzionale secondo uno dei criteri di collegamento previsti dall'art. 36 c.p.c. (cfr. Cass. sez. III, 18 genn aio 2006, n . 830). Il termine "convenuto" può essere riferito anche all'attore che abbia presentato domanda riconvenzionale.

La decisione è interessante anche per l’aspetto sanzionatorio.

In sede di mediazione, dopo l'espletamento della ATP e prima dell'introduzione del giudizio di primo grado, il Condominio aveva proposto di versare a titolo di risarcimento del danno la somma di euro 45.000,00 (al lordo di quella che aveva appena versato a seguito del giudizio precedente) che è risultata praticamente identica all'esito (provvisorio) del giudizio. In applicazione dell'art. 13 cit. la Corte ha escluso la ripetizione delle spese sostenute dalla condomina che ha rifiutato la proposta, riferibili al periodo successivo alla formulazione della stessa, mentre la stessa è stata condannata al rimborso delle spese sostenute dalla parte soccombente relative allo stesso periodo, nonché al versamento all'entrata del bilancio dello Stato di un'ulteriore somma di importo corrispondente al contributo unificato dovuto.

Rispetto a questa domanda il Condominio ha dovuto sopportare le spese dell'ATP, che sono precedenti alla proposta di mediazione, mentre la condomina le spese della CTU che sono successive.

Quanto alle spese legali del doppio grado di giudizio, da determinarsi in relazione alla quantificazione del risarcimento del danno in relazione alla domanda accolta, la Corte ha operarato una compensazione parziale per tenere conto delle spese precedenti alla fase di mediazione e del rigetto delle domande riconvenzionali per motivi di rito, che vanno a ridurre quanto dovuto dalla condomina nella misura, complessivamente determinata per questi due fattori, della metà, per effetto della compensazione di questa quota delle spese del giudizio fra le parti.°

  • Avv. Gabriele Mastropietro

    Pisa

    Sono avvocato dal 2011 e, date le peculiarità del territorio in cui opero, svolgo la mia attività in egual misura sui fori di Pisa, Lucca, Pistoia, Firenze e Prato. Ho scelto da sempre di operare in ambito civilistico, approfondendo lo studio delle procedure di recupero crediti, le successioni ereditarie, il risarcimento danni da responsabilità medica, le locazioni ed i diritti reali. Ho potuto sperimentare personalmente come la mediazione, se instaurata con serietà e condotta in maniera competente, possa realmente essere un efficace e celere mezzo di risoluzione delle controversie, mettendo al centro della discussione le persone ed i loro effettivi interessi, permettendo di valutare ogni pro e contro di quanto in discussione, mentre un ordinario giudizio, caratterizzato da tempi tecnici assai più elevati, porterebbe sì ad una decisione secondo diritto ma del tutto astratta e per questo, a volte, non corrispondente ai reali bisogni delle parti in causa. Per tale motivo ho deciso di affiancare alla mia professione di avvocato quella di mediatore, mettendomi in tale veste a disposizione delle parti con volontà, serietà ed impegno per aiutarle a costruire la miglior soluzione possibile alle loro controversie. In quest`ottica, anche in fase di valutazione sull`attivazione o meno della mediazione, sono disponibile a qualsiasi chiarimento o confronto, invitando chi ne avesse bisogno a contattarmi senza alcun timore.

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